| Mnemoblocco di stato |
| Un risveglio in uno squallido, ignoto appartamento. Una faccia di vecchio smunta, ignota, |
| riflessa in uno specchio. E non un ricordo, non un documento, non un filo a cui attaccarsi per |
| risalire alla propria identità. E poi la ragazza, un po' spaventata, che procura qualche logoro |
| indumento; la passeggiata nel parco, la panchina al sole, i colombi meccanici, la sonnolenza e |
| a un tratto la mano brusca del poliziotto sulla spalla, la sua voce rude. È vietato dormire |
| sulle panchine. E chi non ha documenti deve venire al commissariato. E chi non ricorda il suo |
| nome, deve inventarne uno, il primo che gli viene in mente. Ma la polizia fa presto a scoprire |
| le bugie dei vagabondi, e fa presto a sbatterli in cella. E allora non resta che chiudere gli |
| occhi e concentrarsi, concentrarsi disperatamente, per uscire da quei quattro muri. Uscire a |
| qualunque costo, in qualunque modo. |
| Tellini |