| Dall'unicorno al mostro di Loch-Ness |
| Non è un pedante trattato di zoologia, ma un’avvincente raccolta di «avventure» |
| zoologiche. È facile, sfogliando il gran libro della natura, imbattersi in avvenimenti, in |
| fenomeni e scoperte che lasciano interdetti e meravigliati i cultori stessi delle scienze |
| naturali. |
| Ed ecco che, innanzi alla stupita immaginazione del lettore, s’apre uno sbalorditivo |
| panorama popolato da esseri ai quali molti esitano, o esitarono, a prestar fede, e che pure |
| esistono. Ecco il favoloso «serpente di mare» abbandonare i lidi della leggenda e |
| assumere la viva importanza della realtà, ecco le piovre giganti, ecco le foreste equatoriali |
| d’Africa rivelarci l’esistenza di colossi che sopravvivono alle remote epoche antidiluviane. |
| Ma dopo aver sviscerato il mito, l’autore affronta un altro campo affascinante, il romanzo |
| degli animali estinti, la tragica epopea del bisonte e del «primigenius», la storia |
| avventurosa del cavallo selvatico, la saga del gran pinguino. Quasi sempre la colpa dello |
| sterminioirrime diabile di intere razze prolifiche risale all’uomo, alla sua insaziabile avidità, |
| alla sua sete di guadagno. |
| L’uomo, tuttavia, consapevole del proprio errore, cerca ora di ripararlo. A quest’opera |
| instancabile e all’incessante sforzo umano di nuove ricerche e scoperte è dedicata la |
| parte conclusiva del volume, ove sono descritti animali la cui esìstenza era, ancora poche |
| decine di anni or sono, del tutto ignorata. L’ornitorinco, in solubile enigma naturalistico, il |
| Kivi, incredibile uccello peloso, i Koala, deliziosi orsacchiotti australiani, il «Neoceratodos», |
| strano superstite d’epoche remotissime che si perdono nella notte dei tempi, affollano le |
| ultime pagine del libro e costituiscono la vivace conclusione d’un’opera che si legge senza |
| respiro. |
| Sbaraini |