| La voce dell'isola |
| L’isola si chiama Tristan da Cunha. Per Peter, è l’isola dei naufragi. Dice che, se la |
| raggiungi dal mare, la vedi solo all’ultimo momento, quando è troppo tardi. |
| Per Tom, è la terra più lontana da tutto e da tutti. L’ha cercata sulla carta geografica, ma |
| ha trovato solo un puntino in mezzo all’Atlantico meridionale. |
| Per Elena, è il cono di un vulcano assetato di pioggia e bruciato dal vento. Se la |
| guardasse dal cielo stellato non la vedrebbe, perché di notte su Tristan non ci sono luci. |
| Però niente a Tristan da Cunha è come si pensa. Niente è come sembra, per chi viene da |
| fuori. Peter, Tom ed Elena arrivano sull’isola per sbrigare affari e ripartire in fretta. Ma |
| l’isola non è d’accordo. All’isola non piacciono gli stranieri. Se si spingono fin lì, devono |
| rimanerci per sempre. A qualsiasi costo. Perché questa è la voce dell’isola. Peter, Tom ed |
| Elena sbarcano a Tristan da Cunha e sorridono. Non sanno ancora che dietro il sorriso |
| c’è la paura. |
| Ed è proprio dentro questa paura — che si rivelerà atavica e modernissima nel contempo |
| — che Sabina Colloredo ha deciso di condurre il lettore, invitandolo a immergersi in una |
| vicenda aspra e imprevedibile proprio come Tristan da Cunha. Il risultato è un romanzo |
| denso di sorprese e di rivelazioni, umanissimo, dolente, ma soprattutto emozionante. |
| Cottogni |